Strisce di lacrime

Ti devo il mare
che stasera mormorava
nella malinconia dell’abbaglio
ultimo del tramonto.
Gettava a riva il ramo levigato
per farmi riconoscere.
Rinnovava la mia nostalgia
nel disciogliersi infinito
delle piccole creste;
straziava la mia innocenza
nell’ultima scintilla
del palpitare tragico e tenero della luce.
Sussurrava che nel respiro immenso,
nelle eterne parole degli abissi
la verità declina tra riflessi cerulei,
che la voce,
l’ultima voce della mia coscienza
era laggiù, lontana, nel tramonto.
Dove piovono,
sull’acqua illividita,
limpide strisce di lacrime.

Silvio Di Fabio


Critica in semiotica estetica della Poesia “Strisce di lacrime” di Silvio Di Fabio

Dondolante, la parola del Di Fabio affida il dolore della coscienza al mare dell’inconscio, per reintegrare gli opposti nella catarsi della partecipazione panica del grembo naturale. E il lenimento dell’inconscio è da restituire, per la palingenesi della coscienza

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti