Il diario dei sogni
Con prudenza,
in una notte senza stelle
…vorrei andar via.
Mi porterò solo i tuoi sorrisi
che facevi dietro gli scuri
nel vedermi arrivare.
Ti lascerò il pastorello zoppo
che nel presepe mai volesti,
il primo dentino che ti cadde,
la foto con te in braccio
e il mio diario dei sogni
con la copertina in pelle
ed il lucchetto aperto.
Non guardare più alla finestra,
non mi aspettare, non arriverò.
Estrai l’ultimo cassetto del comò,
troverai quel diario,
aprilo lentamente come fosse
un forziere pieno di entusiasmi,
ma troverai solo parole.
Gira piano le pagine ingiallite,
il fruscio potrebbe far volare le parole.
Leggerai tutti i sogni che ho fatto
e quelli che volevo tu facessi.
Sulle dita ti rimarrà una polvere d’ali
….ecco… quella è la mia vita.
Giuseppe Modica
Critica in semiotica estetica della Poesia “Il diario dei sogni” di Giuseppe Modica
Dedita, la parola del Modica è dono d’eternità alla brevità della vita. L’entusiasmo è letteralmente l’ingresso dell’umano al divino, di parole che provenienti ne ritornino a partecipare. Le parole sono fra la polvere e il volo, a stringere il luogo mediano della vita, nel sogno.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti