Critica in Semiotica Estetica dell’Opera “”
di Donato Musto
La pittorica statuaria del Musto esprime il rapporto dell’artista con la bellezza, nel profondo vissuto, di ricerca e al contempo di distacco, che l’idealizzazione crea. Non è concesso all’artista lo sguardo della bellezza vera, che casta fugge nel rimando, che getta insania, lontana dalla caducità dell’apparenza e dal divenire temporale, che è luogo inconscio e temibile. Le opposte funzioni, di dispensazione di grazia benefica e di fatale vaticinio, si congiungono, a presiedere al desiderio di vita, quanto al destino inesorabile dell’uomo a vanire, nell’atto estremo di ricongiungimento alla bellezza.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti