Critica in semiotica estetica dell’Opera “Maternità” di Lucia Ruggieri
Il liquido ricetto espressivo della Ruggieri assurge l’occasione di maternità in qualità di curvatura di senso del tempo lineare e depauperante del divenire, che porta all’eterno ritorno dell’individuazione all’essere. Il grembo è uroboro, che rinnova eternamente la vita, oltre la fine. La filiazione è evento di significazione: è nascita di nuova forma di verità, a rituale di affrancamento dalla morte. La solida e caduca imperfezione della dimensione segnica e seconda dell’umano, condannata allo specchio infranto della verità, così solve all’elemento acqueo e primario dell’inconscio, per la volontà libera e affermativa che sposa la necessità dell’eterna rigenerazione della vita.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti