Critica in semiotica estetica dell’Opera “Passioni” di Emanuela de Franceschi
I molteplici echi figurali della de Franceschi ripetono la condizione segnica ed analogica dell’umano, che diveniente incarna la passione impossibile di essere. Se il progetto platonico è teso a cancellare il desiderio nella cosa in sé, che è pura illusione del transfert oggettivante della pratica di parola, l’uomo sceglie nella parola la fame di vita della passione, al desiderio inestinguibile, dall’esempio del germe di grano alla terra al sacrificio umano di Cristo, l’uomo si realizza nel suo essere per la morte all’eternità del significato.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti