Critica in semiotica estetica dell’Opera “senza titolo” di Manuel Olivares
I viaggi prospettici dell’Olivares fanno dello spazio architettonico del quotidiano urbano, in una rivoluzione dei punti di vista, uno spazio di proiezione psicoemotiva e antropomorfica, che riapre i confini fisici dello spazio illimitato in una percezione estesa. Transizionale, il luogo è abitato fra inconscio e coscienza, perché la persiana ancora non del tutto avvolta è la palpebra che resta dischiusa fra spazio interno ed esteriore, a catturare la verticalità di senso umbratile dell’irriflesso senza nome, che precede e rompe la riflessione diurna dello sguardo aperto all’abitudine cosciente.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti