Critica in semiotica estetica dell’Opera “Maternità” di Bruno Roberto Greco
L’igneo olio del Greco accende la fiamma della figura all’ombra notturna dello sfondo, a sollevare la speranza d’eternità della vita, che una madre ripone con parole protruse d’amore alle labbra dischiuse del figlio, che la rinnova e la incarna. È un rituale di verticalizzazione, che trasfigura il materno al sacrale, evocato nel contorno anulare del capo, al cerchio che chiude il tempo nella perpetuazione, che afferma, eterna, la volontà di vita.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti