Mattina
Tra incanto e voluttà vibrando sbuco
dai languori del sonno
come dal bruco un papilio che va
dispiegando le alucce
e par che libro dica
lumeggiando in ausilio del mattino.
Di nuovo si rubrica un farsi nuovo
tra palpiti di palpebre a voliera
di sguardi volitivi ma furtivi,
ma vividi di brividi correnti
in lampi di malia. E quei corsetti,
su un vago balconcino
sì ben spiegati a festa
che lesta è la nozione
di un libero bacino,
nessuno me li adocchi
avanti che da eccentrica finestra
non trabocchi per vasta intimità
quell’ombra che traballa,
allegra messaggera d’una veste
leggera di farfalla.
Franco De Luca
Critica in semiotica estetica della Poesia “Mattina” di Franco De Luca
La rêverie profonda della parola aurea del De Luca svela il segreto universale della trasformazione, della libertà oltre la forma, del rituale di morte crisalidea dello sguardo, per una metamorfosi di rinascita della coscienza. È il sacrificio dell’apparenza segnica, che tono e suono libra, che letteralmente solleva e sublima la materia in rubra e divina essenza sapienziale. Il poeta ricorda l’etica della conoscenza, nella nigredo dell’abito a vedere, per una sempre nuova luce, a nascere dall’eros diretto, plurale e fremente della vita, per una verità propria e attiva, dal passo transeunte.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti