Non far del grande suo viso…
Nei suoi pensieri a bassa voce,
quella bimba mette le ali a Dumbo,
il suo elefante preferito e… la fantasia
diventa armonia.
Lei illumina il viso quando ritaglia quei
pezzettini di giornali a fogli colorati….
lamelle di immagini tra biscotti assaggiati,
quasi assente con il naso all’ingiù a scrutare
arcobaleni di infiniti assaggi di contentezze…
le basta poco.
Coglie gli attimi come scatti di fotografie
e così nascono cespugli di fiori, animali
parlanti, fate in maschera, la regina delle api,
la terra sul mare o… l’erba accarezzata.
Scioglie la sua anima nelle dolcezze di un sole
parlante, ma solo per lei, perché è una creatura
che brancola tra i pagliai dei suoi pianeti.
Non fa mai del piccolo suo viso un cespuglio
smarrito, lei si impiglia solo al piacere discreto
di saper regalare un sorriso.
Quella bimba è la speranza di un mondo che
non sa bussare alla porta dell’anima, ma lei
ci entra sempre, senza aprirla.
Gianni Terminiello
Critica in semiotica estetica della Poesia “Non far del grande suo viso…” di Gianni Terminiello
Omaggiante la memoria montaliana, la parola del Terminiello offre una de “Le occasioni” di ascolto interiore e di redenzione dal dolore, nella visione dell’infanzia in qualità di luogo di saggezza, poiché il saggio è colui che trova il sapore del sapere, nella sintesi individuativa d’inconscio e di coscienza. L’infante possiede le chiavi della sinestesia armonica, a proiettare di sé in abbraccio consustanziale al mondo, in un gioco divino, a ritrovare l’unità primigenia perduta dell’anima, nel dono di senso, di valore, di verità, di speranza.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti