D’ali, come d’elefanti
Sogno i cigni eleganti,
il paesaggio roccioso
di contorno allo stagno,
specchi d’acqua che riflettono
esili gambe d’elefanti.
La pachidermia pe(n)sante,
resasi levità volante,
pare trovare un riflesso
in qualche arbusto dimesso.
Gli appesi alberi spogli,
i ceppi accesi su’ colli,
le rocce dure e brunite,
le nubi un poco stranite…
Compiaciuto il mio sguardo,
scanso gli erosi calanchi,
poggio le mani sui fianchi
e mi immergo nell’ultimo,
bianco, infinito, saluto.
De alza, como los elefantes
Sueño con elegantes cisnes,
el paisaje rocoso
alrededor del estanque,
espejos de agua que reflejan
delgadas patas de elefantes.
Pachidermos pe(n)sados,
devienen en levedad voladora
parecen encontrar un reflejo
en algún apocado arbusto.
Los árboles desnudos cuelgan,
los leños encendidos en las colinas,
las rocas duras y ennegrecidas,
nubes un poco extrañas.
Complacida mi mirada
aparto las montañas erosionadas por el tiempo.
poso las manos en mis caderas
y me sumerjo en el último
blanco, infinido, saludo.
Massimo Vito Avantaggiato
Critica in semiotica estetica della Poesia “D’ali come d’elefanti” di Massimo Vito Avantaggiato
Alchemica, la parola novenaria dell’Avantaggiato vive la sinestesia transizionale e l’atto di catarsi dell’opera daliniana “Cigni che riflettono elefanti”. I cigni, ministri apollinei, sono luogo armonico di sintesi dell’opposizione delle forze cosmiche, ignea purificazione, trasmutazione della materia in spirito di conoscenza, ad elevare la massa materica, radicale, avita e primaria dell’elefante, quale luogo matriarcale della memoria tradizionale, nell’occasione di superamento e trascendimento della pietra nel bianco, albedo alare dello spirito.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti