Critica in semiotica estetica dell’Opera “Hikmet” di Devid Biscontini
La rete di ferro del Biscontini è materia di prigionia e allo stesso tempo di resilienza esistenziale, che trova, nel paradosso della cella del poeta turco, il paradigma della libertà. Come la parola poetica di Hikmet si consustanzia all’uomo incarnandosi nell’oggetto di senso, senza rimandi, secondo il suo verso “le tue parole erano uomini”, così la rete confinante, plasmata dall’artista, trasmuta da limite a corpo stesso: è il superamento spirituale, che reintegra l’opposizione, per dominarla.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti