Odore di lavanda e gelsomino
Uno sguardo s’inciela
e un respiro ti cerca…
Sanno ancora di noi
e di quelle nostre ore ciarliere
le stanze offerte all’aere
in questa casa che più non ti aspetta.
Rapido il vento s’intrufola
e un acceso fiorame di memorie
l’olfatto di lusinghe ovunque inebria.
L’odore di lavanda e gelsomino
smuove lieve l’orecchio che bivacca
in quei verdi aulenti dei muschi
dai nostri passi ancora accalorati.
E mano nella mano
i ricordi improvvisi ritornano,
come tralci di vite s’attorcigliano
nella vigna animata dall’oro
dei grappoli loquaci
d’api, vespe e calabroni.
Assorda il murmure di quei ronzii
mentre l’argento tra i fulvi capelli
tace, o madre, quel tuo lontano addio
e ai garruli giochi dell’ombra,
quando il sole sbircia i pampini,
del tuo volto s’accendono gli occhi
lasciati a quell’alfabeto di luce
mellifluo nel farsi parola
e, del tuo fiato, voce.
Loretta Stefoni
Critica in semiotica estetica della Poesia “Odore di lavanda e gelsomino” di Loretta Stefoni
Melodica e allitterante, la parola sensoriale e alchemica della Stefoni è accesa sinestesia, a rendere finanche udibile l’inaudito della presenza materna. Nel chiasmo profondo fra mirato e mirante, la poetessa apre un dialogo diretto ed essente con il grembo della natura, che sa restituire con dolcezza di miele, nell’infinità, il perduto. L’apis mellifera è il movimento della metafora, la messa in opera della verità, la perpetuazione del soggetto nella relazione.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti