Raccolgo l’aria di una sera

Ha un piccolo confine la mia casa, oltre gli occhi:
raccoglie l’aria, il rumore della strada che finisce.
Lungo gli argini
dei campi sterminati di risaie, scendevano gli aironi
ad inventarsi un luogo di ristoro.

Da un verso di silenzio la preghiera
invoca dalla nebbia la procura a mietere una voce
e da un’ala di ritorno
raccolgo ciò che è stato di una sera.

Di fronte ad un racconto il fuoco.
Il giorno addormentato accanto, il tuo per sempre
spedito alle carezze.

Tu che mi dicevi:
– resta un altro tempo –

ed io che non capivo.

Nunzio Buono


Critica in semiotica estetica della Poesia “Raccolgo l’aria di una sera” di Nunzio Buono

Con delicatissima sensibilità, la parola del Buono perviene finanche a tangere l’intatta dimensione aerea di una voce perduta, in carezza sfiorata. La dimensione altra dell’airone è luogo di un transito alchemico, dalla nigredo, al lucore in albedo risorgente del fuoco inestinguibile della memoria, del respiro aereo immortale dell’anima e della sapienza aurea di un pensiero in movimento invisibile, che solleva e salva i luoghi eterni e fragili dei sensi.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti