Colori
È sentor d’Attesa,
sul limitar di crinale,
tra chiaror di fiori e rovo,
della Siepe di biancospino.
Come rondine che da remoto rincasa,
sovente s’arruffa una diversa quiete,
sfilacci, commossi, di piuma
d’effimera, anonima Morte.
S’attrae lo sguardo,
al turgor di Luna piena,
già è lontana.
L’orme sue calanti,
lascian segni sol nel desiderio mio,
che per l’altri paion chimere.
È orizzonte di Nostalgia smagante,
sotto quel fil di Luce,
senza sponde appese,
che tanto lega e muove.
Par, le terrene ombre,
finger di novellar, tacendo,
d’intorno alla pena mia.
Stan già potati i tralci,
seppur mendichi e monchi,
scrutan vagheggiando Nidi,
i nostri spersi Amori,
dai Colori mai pentiti.
Brinate chiome, scapigliano
alle folate di Maestrale,
come il Fior di Loto,
rammentan ogni risveglio.
Alberto Lotti
Critica in semiotica estetica della Poesia “Colori” di Alberto Lotti
Fra memoria e oblio è la parola del Lotti, nostalgia e attesa, dolente segno a vanire, che muove e che lega la mancanza, quale nido iridato d’amore al di là del bene e del male e l’anonimia commossa delle cose, la quieta dimora della morte.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti