Come solitudine astrale

Punteggiatura d’anima
scissa in un tramonto
e tu, bacio scalzo del mio esistere,
rincasa pure nel mio cuore,
come solitudine astrale
a vestire il tuo ricordo.
Sul petto dell’universo
mi fermo ad ascoltarti
in una moltiplicazione di cielo
a ferire i miei respiri,
come stelle di cristallo
consumate in questo addio.
Chissà se sarai abitudine,
spicciolo d’immaturo rimpianto,
alba senza capoverso,
poesia del mio triste pianto,
questa notte è un sogno disperato,
dolce profumo di un giglio
distratto dal passato.

Valentina Rizzo


Critica in semiotica estetica della Poesia “Come solitudine astrale” di Valentina Rizzo

La parola della Rizzo fiorisce sinestesie, a trovare nel cielo lo spazio franco di proiezione dei propri sentire, a reintegrarli. La poetessa estende il vissuto panico del dolore del distacco, condiviso dal grembo naturale, per sublimazione, a presentificare nei sensi l’assenza, che congiunge la compagnia alla solitudine.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti