Amore che ritorni sul cammino

Amore che ritorni sul cammino
aspro, caduco e avido di senso
di questa vita che non rassicura
non mi cercare più nei rovi accesi
non è più là che annego nel mio pianto.
Lasciati accarezzare dal silenzio
e nuota in questo mare di parole
lungo le dolci acque della notte.
Lascia che la mia immagine ritorni
ad albeggiare ancora nel tuo sguardo
che mi travolse quando ero disteso
nudo al tuo fianco senza più temere
l’orribile menzogna del sospetto.

Cammina nei meandri del mio cuore
illuminato dalla tua presenza
priva di dubbi, nuvole e rimpianto.
Regalami l’ebbrezza di un sorriso
dei nostri corpi fusi nell’abbraccio
estremo e ineludibile del sogno
che torna ad inverarsi oltre l’inverno.
Trafiggimi col miele dei tuoi sensi
fammi cadere esanime, sfinito
dai nostri amplessi immaginati e veri
plasmati dalla dea della bellezza
dal desiderio che si fa realtà.

Ma se tu non vedessi più il mio volto
nei tuoi pensieri d’alba e di tramonto
scaglia senza pietà il più truce dardo
intinto nel più torrido tormento
al centro del mio petto ormai indifeso.
Così potrò affrancarmi dal ricordo
dai morsi insopportabili del tempo
dal tuo veleno un tempo dolce unguento
per l’anima mia persa nell’inferno.

Vittorio Di Ruocco


Critica in semiotica estetica della Poesia “Amore che ritorni sul cammino” di Vittorio Di Ruocco

La parola musicale del Di Ruocco celebra, oltre l’apparenza, la verità dell’amore in tutte le stagioni della coscienza e nella rêverie della sinestesia dei sensi, che affranca dal tempo lineare, nell’eterno ritorno di senso che sposa istante ed eternità, fino a sorgere e a morire negli occhi dell’amata, unico motivo esistenziale.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti