Il lutto

Sono vestita di abiti pesanti,
colori scuri rattristano il mio volto.
Metà del cuore è caduto
dentro il freddo,
del fiume gonfio,
sferzato da correnti.
Metà dell’anima
è rimasta in quell’abbraccio
con il tuo sguardo puro,
per sempre dentro il mio.
Ma da lontano a tratti
sfavillano i bagliori,
le torce accese
ai margini del viale,
che immacolato
conduce al parco antico
ove la villa in festa,
danze notturne accoglie,
e canta musica
ai raggi della luna.
E più distante
nel bosco di cipressi,
le stelle brillano
diamanti in mezzo al cielo,
e si respira
l’aria di sere estive,
d’erba bagnata
e di ginestre in fiore.
Così cammino
sull’orlo di un dirupo,
o tra memorie
di gioie antiche e nuove.
Questo motivo
disegna la mia vita,
che scorre ad onde
nel tempo che commuove.

Francesca Fazio


Critica in semiotica estetica della Poesia “Il lutto” di Francesca Fazio

In movimento incessante fra passato e presente è la parola sensoriale della Fazio, a ricucire la mancanza ad essere, in assenza e in rimando alla presenza. La commozione è il muovere comune all’unità indistinta. Le parole orfiche recise continuano a cantare per l’intero. Una mendica Penia trova la ricchezza nella sinestesia di Poros, a gestare Amore, nella congiunzione degli opposti, al movimento eccentrico di sé all’alterità.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti