L’umana eterna
Lascia che svolga il mare
il groviglio dei pensieri.
Lascia che mi culli,
che mi avvolga
dolcemente salato,
forte nelle volute d’acqua.
Lascia che culli il mare
questa eterna, umana malinconia
che si rinnova come
il suo ritmo d’acqua.
I piaceri inutili immani
lascia che se li culli il mare.
La mia vita di sogno,
mulina amore
alla ricerca d’amore.
S’offre il mio isolamento
a laureare interi firmamenti lontani,
come l’animo mio
preludio d’altre stelle,
tace silenzioso ed eterno.
Luigia Favata
Critica in semiotica estetica della Poesia “L’umana eterna” di Luigia Favata
Dondolante, la parola della Favata vince lentamente la coscienza, affida alla dimensione inconscia del mare che fonde gli opposti, che lenisce e rinnova la mancanza nella pienezza d’amore, il rimando del desiderio nel piacere che sconfina, la parola nel silenzio, l’istante nell’eternità.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti